Lottare per un Sogno chiamato Indipendenza

La mia Storia svelata: da semplice operaio ad artigiano di successo

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Inizio a lavorare come dipendente in un azienda di prodotti di saldatura di materiale in acciaio inox, ma sento fin da subito qualcosa che mi vuol far emergere: ero un semplice operaio specializzato che amava aggiornarsi frequentemente, perciò spesso partivo per seguire corsi di formazione in Italia nel mio settore.

Attratto da un’opportunità, mi trasferisco in Italia e comincio a lavorare come dipendente nel mio settore.

Avevo 25 anni. Le soddisfazioni e le certezze non mancavano.

Il tempo passava ma dentro di me sentivo crescere il bisogno di un cambiamento verso qualcosa di più, sentivo battere il cuore per uno slancio verso una vita più piena, dinamica, attiva, indipendente.

Così iniziarono a balenare nella mia testa alcune idee, anche a seguito di uno studio approfondito fatto sui bisogni delle aziende di reperire figure professionali di livello per prodotti unici e particolari.

Proposi quindi all’azienda dove lavoravo come dipendente di staccarmi da loro ma di mantenere il rapporto per quei lavori artigianali che affidavamo ad esterni e che io dovevo spesso spiegare ma non risultavano fatti a regola d’arte, sempre con problemi che mi facevano perdere tempo ed energie.

Così lasciai il posto fisso per aprire in autonomia, finalmente e con fiducia.

Nel momento di completa realizzazione del mio sogno ecco però che un contrasto molto forte comincia ad elevarsi; la forte crisi degli anni 2000 bussa alla porta dell’azienda per cui lavoravo, la quale viene acquisita da un gruppo e si trasferisce.

Un giorno, per caso, durante la rifinitura di un complesso prodotto di saldatura e assemblaggio, uno degli ultimi lavori prima della cessione, cè un problema che non si riesce a risolvere…

Il lavoro viene interrotto e sembra nessuno sappia come risolvere la questione.

Di lì a poco passano gli ingegneri con il cliente, si fermano davanti alla struttura parlando tra di loro guardando i disegni tecnici.

Ed è lì che propongo una soluzione che nessuno aveva ancora pensato: riesco a proporgliela in maniera semplice e decisa. Rimangono a bocca aperta, ma ben presto cominciarono a dirmi che era una cosa non fattibile.

Così gli chiesi di ripassare il mattino seguente, volevo fargli vedere che invece si poteva fare.

Era sera e mi dissero che al mattino alle 8 sarebbero tornati e se non fosse stato risolto ci avrebbero tolto l’incarico.

Lavorari tutta la notte, cosa che non mi pesava affatto, riuscì a saldare e assemblare il prodotto in maniera ottimale, non mi persi mai d’animo e alle 7.50 posai gli strumenti e stremato andai a rinfrescarmi per l’arrivo dei tecnici.

Videro che il prodotto era perfetto e senza sbavature, si complimentarono con il titolare ma non mi fecero alcuna particolare menzione.

Raccolte le mie cose stavo per andarmene quando, fui avvicinato da una persona che faceva parte della commissione che mi disse: “sai ho visto cosa sai fare, sei la persona che stavo cercando”.

Così mi propose di lavorare per lui, mi si spalancò la porta davanti, questo signore aveva contatti dappertutto e in seguito mi comprai un furgoncino lavorando per le aziende del nord Italia.

Per me essere artigiani significa essere custodi di un pezzo di conoscenza, di sapienza ed essere creatori di nuovo valore. Proprio questo connubio garantisce al cliente di avere tra le mani un oggetto artigianale, unico.

Dopo svariate notti passate a lavorare e a mettere a punto le varie fasi produttive, riesco con tanta fierezza e determinazione ad eccellere e a realizzare il mio sogno: prendo un officina che diventa il fulcro della mia attività.

“Non importa quanto angusta sia la porta, quanto impietosa la sentenza, sono il padrone del mio destino il capitano della mia anima”.

William Henley (Cit. Nelson Mandela nel film “Invictus”)